Corrente elettrica
Se si avvicinano due conduttori carichi, tra i quali vi sia una
differenza di potenziale, si produce un flusso di cariche elettriche
negative dal conduttore a potenziale minore verso il conduttore a
potenziale maggiore (o un flusso di cariche elettriche positive in senso
contrario). Il flusso di cariche elettriche costituisce la corrente
elettrica e ha lo scopo di ristabilire l'equilibrio elettrico tra i due
conduttori; tale flusso si arresta quando questi hanno raggiunto lo
stesso potenziale. Le cariche elettriche in moto possono essere di diversa
natura. Nei liquidi e nei gas la corrente elettrica è costituita da cariche positive e da cariche
negative (ioni positivi e ioni negativi), mentre nei conduttori
metallici la corrente è dovuta alle sole cariche negative, gli
elettroni. Per convenzione, il verso positivo della corrente elettrica è
quello in cui si muovono le cariche positive, perciò la corrente
procede dai punti a potenziale maggiore verso quelli a potenziale
minore. Nei conduttori metallici (i più usati), in cui si muovono solo
gli elettroni, il loro verso quindi è contrario al verso convenzionale
della corrente.
L'intensità di corrente è una grandezza fisica scalare che misura la quantità di carica elettrica che attraversa la sezione di un conduttore entro un'unità di tempo[1]. In elettrotecnica i portatori di carica con i quali si ha a che fare sono quasi sempre elettroni di carica elementare omogenea, così che l'intensità di una corrente elettrica è talora definita semplicemente come quantità di elettroni che passano per una certa sezione di conduttore in un dato periodo di tempo. L'intensità di corrente è solitamente indicata nelle formule dalla lettera A
La corrente elettrica può cambiare da momento a momento;
quando è unidirezionale e la sua intensità rimane costante nel tempo, si dice
che la corrente è continua; se l'intensità e il verso variano periodicamente nel
tempo, la corrente si dice alternata